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  • Immagine del redattoreVanessa Tino

Adolescenti e nuove tecnologie: una generazione digitale

Aggiornamento: 14 apr 2021

Un discorso sugli adolescenti contemporanei difficilmente può prescindere da un approfondimento sul tema dei media digitali, in quanto essi pervadono quasi tutti gli aspetti della vita adolescenziale in un rapporto di reciproca influenza.

Dalle ricerche piu recenti emerge infatti come l’84.4% degli adolescenti usi internet tutti i giorni (ISTAT, 2018), tanto che si parla oggi di net generation o di nativi digitali per definire la generazione dei giovani odierni.

Per gli adolescenti, Internet rappresenta un vero e proprio contesto di vita ormai inscindibile da quello reale. Si parla a tal proposito di Interrealtà per descrivere lo spazio sociale ibrido nato dalla fusione tra il mondo reale (off-line) e il mondo virtuale (on-line) (Riva, 2009; 2016a).

All’interno di tale spazio, le diverse dimensioni della vita dell’adolescente risultano interdipendenti; in particolare, il mondo reale influenza quello virtuale e viceversa, e allo stesso modo la dimensione privata influenza quella pubblica, e viceversa. Questa relazione di reciproca influenza è inevitabile e non include necessariamente la volontà o la consapevolezza degli individui coinvolti (Riva, 2019).

Alla luce di tali considerazioni appare chiara la necessità di riflettere sul rapporto tra adolescenti e nuove tecnologie e su come queste ultime si posizionino rispetto all’assolvimento dei compiti di sviluppo tipici di questa fase del ciclo di vita.

Da numerose ricerche è emerso come il web venga usato dagli adolescenti principalmente per cercare informazioni, comunicare con gli amici e gestire la propria immagine sociale (Albiero, 2011). Tale mezzo offre dunque diverse opportunità soprattutto per quanto riguarda le esigenze di socializzazione e di costruzione dell’identità personale (Biolcati, 2010).


La socializzazione online

Le nuove tecnologie hanno certamente cambiato le abitudini e i modi di comunicare degli adolescenti; sono mutati i parametri spazio-temporali, così come le funzioni legate al web. Se in passato esso rappresentava uno strumento finalizzato all’intrattenimento e alla ricerca di informazioni, oggi esso viene principalmente usato a scopi comunicativi e relazionali (Biolcati, 2010).

Le applicazioni più utilizzate per comunicare e socializzare sono quelle di instant messaging e chat line (Lenhart, Madden & Hitlin, 2005), nelle quali i ragazzi trascorrono la maggior parte del tempo intrattenendo conversazioni private con gli amici conosciuti off-line. Infatti, appare chiaro come l’utilizzo di Internet sia principalmente rivolto alla cura delle relazioni preesistenti e solo secondariamente alla creazione di nuovi legami con sconosciuti (Gross, 2004; Rivoltella, 2006).

Alcuni autori sostengono che nel periodo dell’adolescenza la comunicazione di tipo simbolico dell’ambiente online arriverebbe ad assumere un’importanza maggiore rispetto alla ricerca di vicinanza fisica tipica dell’infanzia. Tale contesto potrebbe dunque essere considerato dagli adolescenti come una nuova figura di attaccamento oppure come uno strumento attraverso il quale trovare dei punti di riferimento stabili (Li & Yana, 2007).

Nell’ottica dei compiti evolutivi, relazionarsi con il gruppo dei pari rappresenta un aspetto centrale nel favorire lo sviluppo e il benessere dell’adolescente. In questo senso, i nuovi media si configurano come degli strumenti di comunicazione e socializzazione con potenzialità senza precedenti (Albiero, 2011). Tra queste vi è in primis la possibilità di mantenere e coltivare i legami con la propria rete amicale (Gross, 2004; Rivoltella, 2006). Questo aspetto, come descritto in precedenza, si associa alla possibilità di confrontarsi con l’altro da sé, contribuendo fortemente alla formazione identitaria e alla costruzione positiva del benessere psicologico.


La costruzione dell’identità online

Anche per quanto riguarda il tema dell’identità, l’avvento delle nuove tecnologie ha portato con sé numerosi cambiamenti e potenzialità. Se in passato l’identità si costruiva esclusivamente all’interno dei gruppi sociali fisicamente vissuti dal soggetto, oggi lo sviluppo dei nuovi media ha permesso il superamento dei vincoli spaziali e temporali, rendendo possibile una costruzione identitaria più flessibile (Riva, 2019).

A tal proposito, Turkle (1995) descrive i social network come dei veri e propri laboratori di identità all’interno dei quali l’adolescente esplora, testa e rimodella la propria immagine di sé. In questi ambienti virtuali è infatti possibile non solo comunicare direttamente con gli altri, ma anche esprimere sé stessi attraverso la pubblicazione di contenuti quali foto, video e audio. Queste attività di presentazione del sé on-line si configurano come un’opportunità, in quanto permettono agli adolescenti di sperimentare un senso di controllo e di padronanza mentre esplorano la propria identità e interagiscono con la loro rete amicale (Albiero, 2011).

All’interno di questo scenario risulta evidente il ruolo centrale della narrazione digitale nel connettere la dimensione individuale con quella sociale. In particolare, la possibilità offerta dai social media di raccontarsi attraverso immagini e video permette di costruire la propria identità in modo creativo, riflettendo sul proprio sé e confrontandosi con gli altri (Riva, 2016b).

Protagonisti di tali narrazioni sono i selfie, ovvero gli autoscatti condivisi sui social media, e i suoi sviluppi multimediali più recenti quali i video su YouTube e le Storie di Instagram (Riva, 2016b). Queste ultime consistono in brevi narrazioni tramite immagini e video che restano visibili agli utenti per le sole 24 ore successive, permettendo in questo modo di creare nuove storie ogni giorno. Tali mezzi si configurano come altamente creativi in quanto consentono di inserire testi, canzoni e vari filtri ed effetti (Riva, 2019).

Grazie a tali caratteristiche temporali e creative, le Storie rappresentano oggi uno degli strumenti privilegiati per la creazione dell’identità nella fase dell’adolescenza. Infatti, ogni giorno più di quattrocento milioni di utenti nel mondo creano storie su Instagram o su Snapchat (Riva, 2019).







Riferimenti

  • Albiero, P. (2011). Il benessere psicosociale in adolescenza. Roma: Carocci.

  • Biolcati, R. (2010). La vita online degli adolescenti: tra sperimentazione e rischio. Psicologia clinica dello sviluppo, 14(2), 267-298.

  • Gross, E. F. (2004). Adolescent Internet use: What we expect, what teens report. Applied Developmental Psychology, 25, 633-649.

  • ISTAT. (2018). Dati e indicatori sulla popolazione di 15-34 anni in Italia. http://dati-giovani.istat.it

  • Lenhart, A., Madden, M., & Hitlin, P. (2005). Pew Internet and American life project: Teens and technology. Retrieved November, 15.

  • Li, L., & Yana, W.U. (2007). Adolescents’ paternal attachment and internet use. CyberPsychology & Behavior, 10 (5), 633-639.

  • Riva, G. (2009). Interreality : Anew paradigm for e-health. Studies in Health Technology and Informatics. 144, 3-7.

  • Riva, G. (2014). L come libro, T come tablet. Come si studia meglio? Il Mulino. 475, 790-794.

  • Riva, G. (2016a). I social network. II ed. Bologna: il Mulino.

  • Riva, G. (2016b). Selfie. Narcisismo e identità. Bologna: il Mulino.

  • Riva, G. (2019). Nativi digitali: crescere e apprendere nel mondo dei nuovi media. II ed. Bologna: il Mulino.

  • Turkle, S. (1995). Life on the screen: Identity in the age of the internet. New York: Simon & Schuster.

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