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Determinanti del benessere in adolescenza: le relazioni significative

Il benessere psicologico dell’adolescente risulta essere strettamente legato alle modalità con cui esso affronta e supera i suoi compiti di sviluppo; tali modalità possono essere positive e adattive, oppure disfunzionali e disadattive. In particolare, essere in grado di fronteggiare, gestire e superare i compiti evolutivi contribuisce a creare uno stato di benessere, mentre un esito problematico e negativo dell’assolvimento di tali sfide si configura come causa di malessere e disagio (Lo Coco & Pace, 2009). Entrambe le condizioni sono considerate tappe di uno sviluppo normale e vengono poste in una relazione dialettica di continuità e di similarità funzionale (Bonino & Cattelino 2000). Tuttavia, adottando la prospettiva della Psicologia Positiva, si privilegia una visione dell’adolescenza che non si focalizzi sul disagio, ma sul concetto di benessere e su quali siano i fattori e i percorsi in grado di favorirlo.


Tra le diverse variabili coinvolte nel benessere e nell’adattamento psicosociale dell’adolescente, la rete relazionale in cui esso è inserito rappresenta certamente un fattore di fondamentale importanza (Hartup & Stevens, 1997). Tale rete costituisce la base che consente all’adolescente di essere riconosciuto e apprezzato, di confrontarsi con gli altri e di ottenere supporto sociale. Se prima dell’adolescenza le relazioni sono caratterizzate principalmente da aspetti ludici, successivamente esse acquisiscono delle funzioni legate ai compiti di sviluppo configurandosi come indispensabili nel processo di costruzione identitaria (Lo Coco & Pace, 2009). Le relazioni che maggiormente appaiono cruciali nel determinare il benessere adolescenziale sono quelle con i pari. Infatti, esse si pongono alla base dell’acquisizione delle competenze sociali e della formazione della propria identità, risultando determinanti nel favorire il processo di conquista dell’autonomia e di distacco dalla famiglia. All’interno di tale scenario assumono un grande rilievo anche le relazioni virtuali che permettono di raccontarsi, definirsi e confrontarsi con gli altri in modo molto flessibile (Bonino, 2000). Le relazioni amicali rappresentano un’importante fonte di felicità. Infatti, la presenza di amici nella propria vita contribuisce a determinare il grado di felicità in modo maggiore rispetto a quanto facciano le proprie caratteristiche di personalità (Demir, Özdemir & Weitekamp, 2007).

Le funzioni delle relazioni amicali nei percorsi di sviluppo dell’adolescenza sono sintetizzabili in 4 categorie (Rubin, 2004):

  • Sostegno e supporto sociale

  • Apprendimento di norme e potenziamento di abilità e competenze

  • Sperimentazione di comportamenti relazionali

  • Costruzione della consapevolezza di sé e dell’identità personale

Queste categorie includono quelle proposte da Fine (1988), il quale sostiene che le relazioni amicali sono delle esperienze cruciali per quanto riguarda il supporto emotivo e l’acquisizione di competenze sociali. Esse rappresentano infatti i mezzi che favoriscono l’acquisizione della conoscenza di sé e dell’altro e si pongono come precursori rispetto alle modalità relazionali successive. Inoltre, i rapporti amicali in adolescenza sostengono i processi di identificazione e il senso di appartenenza sociale (Fonzi & Tani, 2000).

Relativamente alla funzione di sostegno e supporto sociale appare evidente che le relazioni con i coetanei giochino un ruolo chiave nel rafforzare i sentimenti di sicurezza e supporto sociale (Berndt, 1982). Per l’adolescente, avere degli amici che lo supportano e lo accettano, rappresenta uno dei fattori più significativi nel mediare il rapporto tra gli eventi stressanti e l’adattamento e si associa a un’autostima elevata (Parker & Asher, 1993).

Per quanto riguarda la funzione di apprendimento di norme e potenziamento di abilità e competenze, i rapporti amicali si configurano come delle “palestre” in cui esercitarsi e acquisire nuove abilità e competenze relative alla comprensione degli altri e all’acquisizione del proprio senso del sé (Rabaglietti & Ciariano, 2006). Le relazioni amicali rappresentano delle vere proprie istituzioni culturali all’interno delle quali l’adolescente apprende valori, norme, regole sociali e capacità di condivisione sviluppando il proprio sé sociale (Albiero, 2012).

Per ciò concerne la sperimentazione di comportamenti relazionali, appare evidente che, avere una relazione amicale significativa all’interno della quale si sperimenta un senso di sicurezza, rappresenta una solida base sulla quale si costruisce la fiducia negli altri. Inoltre, questo permette di sperimentare la funzione di caregiver di comportamenti prosociali, potenziando così gli aspetti di autoconsapevolezza e socializzazione (Dunn, 1993).


Infine, le relazioni amicali favoriscono la costruzione della consapevolezza di sé e dell’identità personale. Le amicizie offrono la possibilità di vedere se stessi attraverso gli occhi dell’altro e di fare esperienza dell’intimità. In particolare, il legame amicale si configura come un contesto protetto dove sperimentare e dove acquisire la consapevolezza di non essere diversi dagli altri, nonostante le proprie caratteristiche di unicità e originalità (Albiero, 2012). Si può dunque affermare che le relazioni significative con i pari rappresentano un elemento fondamentale per lo sviluppo dell’adolescente e per il suo benessere.






Riferimenti

  • Albiero, P. (2012). Il benessere psicosociale in adolescenza. Roma: Carocci.

  • Berndt, T. J. (1982). The Feautures and Effects of Friendships in Early Adolescence. Child Dev, 53, 1447-1460.

  • Bonino, S. (1987b). Bambini e non violenza. Torino: Gruppo Abele.

  • Bonino, S., & Cattelino, E. (2000). L’adolescenza tra opportunità e rischio. Firenze: Giunti.

  • Demir, M., Özdemir, M., & Weitekamp, L. A. (2007). Looking to happy tomorrows with friends: Best and close friendships as they predict happiness. Journal of Happiness Studies, 8(2), 243-271.

  • Dunn, J. (1993). Young children’s close relationship. Newbury Park: Sage.

  • Fine, G. A. (1988). Friends, impression management, and preadolescent behavior. Childhood socialization, 209-233.

  • Fonzi, A., & Tani, F. (2000). Amici per la pelle. Le caratteristiche dei legami amicali nell’adolescenza, in G. V. Caprara, A. Fonzi (a cura di), L’età sospesa. Firenze: Giunti.

  • Hartup, W. W., & Stevens, N. (1997). Friendships and adaptation in the life course. Psychological bulletin, 121(3), 355.

  • Lo Coco, A., & Pace, U. (2009). L’autonomia emotiva in adolescenza. Bologna: Il Mulino.

  • Parker, J. G., & Asher, S. R. (1993). Friendship and friendship quality in middle childhood: Links with peer group acceptance and feelings of loneliness and social dissatisfaction. Developmental psychology, 29(4), 611.

  • Rabaglietti, E., & Ciariano, S. (2006). Il mio gruppo di amici. Le relazioni con i coetanei nella promozione del benessere psicologico in adolescenza. Psicologia della salute, 3, 49-66.

  • Rubin, K. H. (2004). Three things to know about friendship. Int J Behav Dev- Supplement, 28, 5-7.


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