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La felicità: tra edonia ed eudemonia

Aggiornamento: 5 gen 2021



Nell’ambito della psicolgia positiva sono presenti due prospettive di fondo, le quali sostengono una differente visione del benessere e della felicità. La prima, detta edonica, si occupa di studiare l’aspetto del piacere, inteso come benessere puramente soggettivo e legato a sensazioni ed emozioni positive provate nel momento presente. Tale prospettiva identifica la felicità con l’edonia, ovvero tutto ciò che rende piacevole la vita della persona. La seconda prospettiva, definita eudaimonica, analizza invece i fattori alla base della realizzazione delle potenzialità individuali e dell’autentica natura umana in una relazione armonica con l’ambiente fisico e sociale.

Secondo Kahneman (1999), la prospettiva edonica risulta la più adeguata al fine di descrivere e spiegare i costrutti di benessere e felicità. Tale visione, si basa sul principio di felicità-piacere, secondo il quale la felicità soggettiva include i piaceri fisici e quelli mentali, mentre l’obiettivo fondamentale della vita consiste nella sperimentazione del massimo grado possibile di piacere e felicità. Tale concezione viene ripresa dalla psicologia positiva, la quale delinea un’idea di benessere come risultato del soddisfacimento dei bisogni e dei desideri ritenuti significativi per la persona.

A sostenere la prospettiva eudaimonica si trova invece Waterman (1993), il quale definisce l’eudaimonia come il sentimento che si prova quando si mettono in atto dei comportamenti che vanno nella direzione del proprio potenziale. Il concetto di eudaimonia va dunque oltre l’idea di “felicità” per avvicinarsi al concetto di benessere generato dal rispetto e dalla realizzazione della propria natura e come risultato del perseguire e raggiungere obiettivi positivi (Ryan, Huta, & Deci, 2006). Quindi, secondo tale visione, il benessere non è un risultato finale ma un processo di realizzazione personale che passa dalla possibilità di vivere la propria vita secondo il proprio “vero sé”, per esempio intraprendendo attività profondamente coerenti con i propri valori e la propria natura, al punto da far sperimentare ai soggetti un profondo sentimento di autenticità (Waterman, 1993).

Questa visione del benessere e della felicità enfatizza le capacità umane di perseguire obiettivi significativi e mobilitare le proprie risorse al fine di raggiungere un senso di soddisfazione per la propria vita. A tal proposito, appare importante sottolineare come tale soddisfazione non sia esclusivamente di tipo individuale. Al contrario, essa comprende un processo di sviluppo verso l’integrazione con la realtà sociale circostante (Nussbaum & Sen, 1993). Nello specifico, l’eudaimonia comporta un processo di reciproca influenza tra la felicità individuale e quella collettiva, tale per cui il benessere individuale si verifica all’interno della più grande dimensione sociale (Delle Fave, 2006).

In sintesi, la felicità edonica corrisponde ad uno stato di appagamento legato al raggiungimento di di obiettivi rilevanti per il soggetto, mentre quella eudaimonica è rappresentata da un processo di crescita e costruzione continua che coinvolge il singolo e la collettività nel quale è inserito.




Riferimenti

  • Delle Fave, A. (2006). Dimensions of well-being. Research and intervention. Milano: FrancoAngeli.Kahneman, D., Diener, E., & Schwarz, N. (1999). Well-Being: The Foundations of Hedonic Psychology. New York: Sage Foundation.

  • Kahneman, D., Diener, E., & Schwarz, N. (1999). Well-Being: The Foundations of Hedonic Psychology. New York: Sage Foundation.

  • Nussbaum, M., & Sen, A. (a cura di). (1993). The quality of life. Helsinki: United Nation University and Winder.

  • Ryan, R. M., Huta, V., & Deci, E. L. (2006). Living well: A self-determination theory perspective on eudaimonia. Journal of Happiness Studies, 9, 139-170.Waterman, A. S., (1993). Two conception of happiness: Contrast of personal expressiveness (eudaimonia) and edonic enjoyment. Journal of Personality and Social Psychology, 78, 546-558.

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